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1949 – Acquisto Bar Grandi

La cooperativa provinciale ACLI Achille Grandi il 24 maggio 1949 nella persona del suo presidente Angelo Capellini cede alle ACLI di Cremona, rappresentate dal presidente provinciale Giuseppe Foderaro, la completa attrezzatura del bar con le merci e le bevande in esso contenute per la somma di lire 600.000. La consegna deve avvenire entro due mesi dalla firma del contratto mentre il corrispettivo pattuito viene liquidato alla cooperativa alla stipulazione dell’atto. La cooperativa s’impegna a liberare i locali dedicati allo spaccio alimentare e a liquidare il restante materiale di sua proprietà. I primi di gennaio 1950 le ACLI stipulano un contratto di affitto annuale per sei vani al pian terreno nell’ala di ponente di palazzo Trecchi (via Trecchi 1) col proprietario conte Dario Biandrà Trecchi. Nel luglio del 1949 a ridosso della scadenza dei due mesi previsti dal contratto con la cooperativa vengono redatti gli inventari delle merci e delle attrezzature e mobili del bar. Questi inventari restituiscono una fedele descrizione del locale, col suo mobilio essenziale e la dotazione di bevande e alimenti che rispecchiano gusti e abitudini di quell’epoca. Diversi sono i liquori presenti, molti amari e distillati, alcuni dai nomi curiosi, prodotti da ditte di successo: Acqua cedro Tassoni, Tamarindo, Dolce Delirio, Kummel (distillato di cumino diffuso in Germania ma prodotto anche in Val d’Aosta), Orzata, Sassolino bolognese (distillato d’anice d’origine modenese, di Sassuolo, da cui trae direttamente il nome), Cordial, Ovum, Prunella (liquore al prugnolo selvatico), Amaretto di Saronno e Millefiori delle distillerie Cucchi. Tante sono le etichette riconducibili all’antica ditta torinese Bergia. Numerosi anche i vini e immancabili i dolciumi: dalle caramelle di vari gusti al cioccolato Samarani (il cioccolato di Milano), dai biscotti agli amaretti e agli ossetti.

Diversi nel tempo sono stati i circoli ACLI in città e in vari comuni della provincia che hanno sostenuto la propria attività attraverso quella dell’esercizio del bar – come luogo di ritrovo e svago per i soci nel tempo libero dal lavoro – e quella delle cooperative di consumo e degli acquisti collettivi per salvaguardare la capacità di spesa delle famiglie. Le ACLI centrali e provinciali hanno svolto non di rado un ruolo attivo per garantire ai circoli e ai soci le forniture dei prodotti a prezzi contenuti attraverso la stipulazione di convenzioni nazionali e contratti specifici con ditte e aziende.

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