Padre Silvio Pasquali è un sacerdote cremonese, missionario in India, vissuto tra il XIX e XX secolo. Nel 2014 è stato proclamato “Servo di Dio”. E’ in corso la causa di beatificazione promossa dalla diocesi di Eluru (India). A questa figura è dedicato il Circolo Acli che da lui prende il nome.
Peculiarità
La sua attività missionaria si è svolta in India sia con la diffusa predicazione del Vangelo, sia in difesa degli ultimi, tanto da essere ricordato come «l’amico dei paria.». A lui si deve la fondazione, nel 1914, della Congregazione delle Suore Catechiste di Sant’Anna.
Prima di narrare in maniera succinta l’attività missionaria di padre Silvio, è opportuno dare qualche cenno della sua vita e della sua attività sacerdotale svoltasi nella Diocesi cremonese.
La famiglia Pasquali, da Pieve d’Olmi, dove Paolo, padre di Silvio era nato nel 1825, si trasferisce nel Comune di Due Miglia. La famiglia della madre, Teresa Rescaglio o Rescali, da Fengo si trasferisce negli anni Cinquanta alla cascina Castagna del Boschetto.
Essendo un salariato, Paolo Pasquali deve spostarsi spesso tra diverse cascine e diversi proprietari, portando con se la propria famiglia. Per questo motivo varie sono le parrocchie che vedranno tra i propri fedeli, i membri della famiglia di padre Silvio.
PARROCCHIA DI SANTA MARIA NASCENTE (BOSCHETTO)
Paolo Pasquali e Teresa Rescaglio si sposano presso la chiesa di Santa Maria Nascente, il I febbraio 1859.
PARROCCHIA DI SAN GIUSEPPE
PARROCCHIA DI SANT’AMBROGIO
Paolo Pasquali, con la moglie Teresa, si trasferiscono presso la cascina Cambonino-Bellani dove, il 6 aprile 1864, nasce Silvio, il figlio primogenito.
PARROCCHIA DI SAN BARTOLOMEO (PICENENGO)
A cinque giorni dalla nascita il piccolo viene battezzato presso la chiesa di San Bartolomeo di Picenengo e gli vengono imposti i nomi di Abramo, Silvio, Secondo.
PARROCCHIA DI SANT’IMERIO
Nel 1866 la famiglia di Paolo Pasquali si trasferisce prima nel quartiere di San Sigismondo del comune dei Corpi Santi e l’anno successivo entra in Cremona e risiede in contrada Gonzaga (al numero 26, l’attuale n. 38 di via XI Febbraio); nel 1869 sarà in via Prato (al n. 8, l’attuale via Bonomelli, n. 10) e nel 1871 in via Belcavezzo (al n. 1, come al giorno d’oggi); nel 1873 e nel 1875 torna in via Prato, prima al n. 18 e poi al n. 45 (l’attuale via Bonomelli, n. 28 e n. 51).
Nel 1871 riceve la Cresima e nel 1876 entra nel Seminario vescovile di Cremona.
PARROCCHIA DI SANT’ABBONDIO
Nel 1879 la famiglia si trasferisce in largo Paolo Sarpi, zona facente capo alla Parrocchia di Sant’Abbondio.
Completata la preparazione, Silvio Pasquali viene ordinato sacerdote da monsignor Geremia Bonomelli il 17 dicembre 1887. Il giorno successivo è inviato nella parrocchia di Genivolta.
PARROCCHIA DI GENIVOLTA
“Assiduo al confessionale, premurosissimo al letto degli infermi, zelantissimo soprattutto nella difficile cura della gioventù”. La sua opera fra i giovani è coronata da ben due vocazioni sacerdotali. A don Silvio si deve poi la fondazione della Società Cattolica di Mutuo Soccorso, la nuova statua e il nuovo altare dedicato a San Giuseppe.
PARROCCHIA DI SANT’AGATA E CHIESA DELLE SANTE MARGHERITA E PELAGIA
Nel 1891 viene trasferito alla parrocchia cittadina di Sant’Agata. Qui fonda la Pia Società degli Adoratori del S.S. Sacramento e la Società di Mutua Carità fra i Sacerdoti della Diocesi di Cremona che è tutt’oggi operante. Sempre don Silvio promuove la creazione dell’Unione Cattolica Cremonese il cui fine era un’opportuna azione formativa. Ogni quindici giorni si organizzano conferenze che si svolgono alternativamente nella chiesa di Santa Margherita e nella casa di don Silvio (al n. 59 di corso Garibaldi, l’attuale n. 125). Nel 1896 fonda un corpo bandistico “per l’accompagnamento delle funzioni religiose”.
All’inizio del 1896 egli chiede l’ammissione al Pime, l’Istituto delle Missioni di Milano. Così il 17 agosto 1896 lascia Cremona per il capoluogo lombardo. Un anno dopo, il 18 ottobre 1897 parte alla volta dell’India.
Padre Silvio si imbarca a Trieste il 26 Settembre 1897 e giunge a Mumbai il 18 Ottobre e, successivamente, a Hyderabad, sede della prima missione del Pime in India.
Egli «era stato preceduto dalla fama di uomo santo e dotto. Ma, essendo già trentatreenne, ormai nel mezzo del cammin di nostra vita – egli poteva sembrare troppo maturo per riuscire nello studio delle lingue e assuefarsi al clima e al nuovo regime. Sarebbe stato, se mai, un buon direttore spirituale in seminario e nei conventi; al più un buon parroco al centro! La vita della giungla certo non era per lui: non sarebbe mai riuscito buon evangelizzatore! Invece, presto apparve in lui il tipo perfetto del missionario! E tale l’avrebbero sempre stimato…».
La prima sede a cui viene destinato è l’abitato di Raichur, dove giunge nel marzo 1898.
La Missione di Raichur
Il 6 marzo 1898 comincia il suo viaggio da Hyderabad per Raichur. Qui trova una piccola cappella con una sagrestia, dove andrà ad abitare. La domenica seguente è raggiunto da padre Opilio Negri, anch’egli del PIME (nativo di Lugagnano, in provincia di Piacenza), suo predecessore in Raichur. Padre Negri lo presenta alla parrocchia. Così inizia il suo mandato, studiando innanzitutto lo stile di vita, l’idioma e la cultura di quel popolo. Padre Pasquali è un uomo capace di adattarsi facilmente alla situazione.
Raichur in quel tempo era una zona povera spesso vittima della carestia, del collera e della lebbra. Padre Pasquali forma gruppi di uomini e donne per assistere i malati e i sofferenti. Nel 1899 invita le suore di Sant’Anna della Divina Providenza di Hyderabad a collaborare nella sua missione. Cosi le suore arrivano a Raichur e, grazie a loro, vi è la possibilità di aprire una scuola e un ospedale.
La Missione di Bidar
Alla morte di padre Negri nell’anno 1900, padre Silvio viene trasferito nella Missione di Bidar, più grande, con maggiori possibilità di evangelizzare ed assistere i poveri. La carestia del 1900 vede padre Silvio molto attivo nel cercare di portar sollievo ai sofferenti. Curare gli orfani e i bambini morenti era la sua grande preoccupazione di quel tempo.
Il suo mezzo di trasporto era un carro e un paio di buoi e con esso egli si reca nei villaggi circostanti per evangelizzare: un missionario sempre in cammino. Dopo le esperienze di Raichur e Bidar, padre Silvio è ormai pronto per assumere una missione ancor più impegnativa.
La Missione di Mattampalli (Nalgonda)
Così, nell’anno 1902, padre Silvio viene trasferito alla Missione di Mattampalli. Grazie al lavoro instancabile di padre Silvio, presto questa viene eretta a parrocchia e il padre viene nominato suo primo parroco. Uno degli interessi più vivi del padre è la formazione dei catechisti e a questo scopo fonda una scuola ad hoc e cura direttamente la formazione di chi vi viene ammesso. Con l’aiuto dei nuovi catechisti porta il Vangelo in una un’area che, oltre a Mattampalli, interessa le comunità vicine.
Nel 1910, in aiuto di padre Silvio giungono due giovani missionari, padre Guidoni e padre Virginio Cornalba e, in questo modo, padre Silvio può distribuire il lavoro, e concentrarsi maggiormente su alcuni villaggi che richiedono più di altri la sua attenzione. Nello stesso anno fonda una casa per accogliere le povere vedove. Nel 1912 fonda, con l’aiuto delle suore di Sant’Anna della Divina Provvidenza, un dispensario e una scuola.
La Congregazione delle Suore Catechiste di Sant’Anna
Allargandosi la missione, si allarga anche il bisogno di collaboratori. Poiché la presenza e l’opera dei catechisti è ritenuta ancora insufficiente, padre Silvio decide di formare un gruppo di ragazze che conoscano la lingua e la cultura del posto e per questo possano essere molto utili nel lavoro pastorale. A tal fine fonda, nel 1914, la Congregazione delle Suore Catechiste di Sant’Anna. Lo scopo di questa nuova congregazione è chiaro: fare catechesi nei villaggi e contemporaneamente occuparsi dell’educazione, dell’assistenza sanitaria, dell’assistenza alle povere vedove.
L’obiettivo specifico e più urgente di padre Pasquali è quello di affidare alla nuova congregazioni gli orfanotrofi. Negli anni successivi il numero dei fedeli e delle comunità da servire aumenta considerevolmente. La chiesa è in piena fioritura. Mattampalli diventa il centro più importante della missione.
Trasferimento a Peddavutapalli ( Peda Avutapalli)
Dopo oltre 15 anni di lavoro instancabile a Mattampalli, padre Silvio è trasferito a Peddavutapalli, nel distretto civile di Krishna. Egli accetta la nomina con grande gioia, dicendo: “Mi hanno offerto una giovane missione dove tutto comincia a fiorire. Una nuova chiesa, nuovi cristiani per far entrar in me un nuovo sangue”.
Prima di lasciare Mattampalli deve vendere i suoi buoi e il carro per pagare i debiti. Nella nuova destinazione, i cristiani appartengono in gran parte ai “paria”, “gli intoccabili”, uomini senza diritti. Subito il padre prende a cuore la loro situazione tanto da essere chiamato “l’amico dei paria”.
Ultima tappa del suo pellegrinaggio: Eluru
Nel marzo 1918, quando il villaggio di Vatlur viene attaccato dal colera, le sue preghiere liberano veramente la comunità dalla malattia. Di questo fatto si conserva ancora la memoria: “è un miracolo autentico”, dicono in molti.
Durante questi anni padre Pasquali apre anche una tipografia, perché capisce di non poter raggiungere tutti i luoghi dove portare personalmente la luce di Cristo. Realizza così libri di catechesi nella lingua locale e tanti altri opuscoli.
La Malattia e la Morte
Già dal 1916 padre Silvio aveva problemi di calcoli renali. Ogni tanto ne soffriva terribilmente. Immerso nel lavoro pastorale, la sofferenza causata dalla malattia non ostacola il suo zelo. Nell’anno 1924, nel mese di giugno, il padre ha la febbre. Nonostante ciò va a celebrare la Messa nel villaggio di Mulpa. Ritorna a casa gravemente debilitato.
Il 4 luglio, primo venerdì del mese, il padre celebra la sua ultima Messa, nonostante una grave prostrazione. Comunque può partecipare alla Messa anche il 6 luglio, dal corridoio della cappella. Visto che la sua condizione si deteriora, gli viene amministrato il sacramento dell’Estrema Unzione. Padre Pasquali riceve tutto questo con tanta devozione, dopo di che dice: “io vado al cielo”. La stessa notte, il 7 luglio 1924, un quarto d’ora dopo la mezzanotte, chiude gli occhi e affida la sua anima al Signore
I tanti che hanno visto e sperimentato questa santa vita e l’amore per i poveri vengono a visitarlo per dare l’addio a quest’amico dei paria. Il giorno seguente viene sepolto nella chiesa di San Michele in Eluru.
Causa di beatificazione
Così si concludeva una vita semplice, missionaria con zelo e ardore. Ma il suo ricordo rimaneva vivo e molti erano quelli che si recavano sulla sua tomba per pregare e chiederne l’intercessione.
Tutto questo ha via via rafforzato nella Congregazione la consapevolezza che la santità di padre Pasquali, già diffusa a livello popolare, dovesse trovare un riconoscimento ufficiale. Così, negli anni 2013/2014, a Eluru, è partito l’itinerario previsto per una causa di beatificazione, itinerario che ha coinvolto anche la Diocesi di Cremona.
Il processo diocesano si è concluso a Eluru il 13 ottobre 2019 e con esso sono state raccolte un numero significativo di prove sulle virtù eroiche, la reputazione di santità e del potere di intercessione. Lo certifica il titolo di Servo di Dio concesso a padre Silvio Pasquali.
Tutto il materiale è stato trasmesso a Roma, presso la Congregazione per le cause dei Santi a cui compete esprimere il giudizio definitivo.
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